I vegetali sono esseri
viventi autotrofi e, per definizione, sono in grado di
auto-costruirsi il proprio cibo. Basta acqua e anidride carbonica per
produrre il loro alimento favorito: il glucosio.
6H2O + 6CO2 = C6H12O6 + 6O2
Questa è la reazione
chimica più famosa al mondo, quella della fotosintesi clorofilliana,
che avviene ogni giorno in ogni foglia (o parte verde) di ogni
singola pianta presente sulla Terra. La reazione che è in grado,
grazie all'energia luminosa del Sole, di dare alla pianta glucosio e
a tutti gli altri organismi eterotrofi (noi in primis) prezioso
ossigeno.
Se ciò fosse realmente vero
e se bastassero solo acqua e anidride carbonica per far vivere bene
una pianta allora perché esistono interi manuali su come gestire la
fertilità del terreno, come concimare e con quali elementi?
Perché concimiamo il nostro
orto?
La risposta è semplice. Le
piante hanno bisogno di una serie di elementi che devono
necessariamente prelevare dal terreno. Il glucosio della fotosintesi
fornisce l'energia necessaria per vivere ma i mattoncini per
costruire tutte le strutture della pianta derivano dall'assorbimento
di svariati elementi presenti nel terreno.
Tutta la galassia di
elementi nutritivi necessari alle piante è divisa in due grandi
blocchi: i macroelementi e i microelementi.
Spesso (erroneamente) si è portati a pensare che i macroelementi siano quelli più importanti a, in realtà, il nome deriva dal fatto che sono gli elementi che la pianta usa in quantità maggiore. Azoto (N), Fosforo (P) e Potassio (K) sono i tre macroelementi principali.
Spesso (erroneamente) si è portati a pensare che i macroelementi siano quelli più importanti a, in realtà, il nome deriva dal fatto che sono gli elementi che la pianta usa in quantità maggiore. Azoto (N), Fosforo (P) e Potassio (K) sono i tre macroelementi principali.
Tutti (o quasi tutti) i
concimi che possiamo vedere in vendita contengono questi tre elementi
in quantità e rapporti differenti in base ai bisogni.
I microelementi sono sali,
minerali, ossidi di elementi che sono comunque fondamentali ma che la
pianta assorbe in quantità minore. Calcio (Ca), Ferro (Fe), Magnesio
(Mg), Rame (Cu), ecc... sono solo alcuni esempi.
Esempio di etichetta di un concime |
La domanda resta comunque la
medesima. Cosa mangiano le piante? Hanno “gusti” particolari?
Le piante divorano una gran
varietà di elementi differenti in base alla fase di crescita nella
quale si trovano e in base alla specie alla quale appartengono.
Esattamente come noi tutti
abbiamo gusti e diete differenti, anche le piante prediligono piatti
differenti.
La regola empirica e
assolutamente generale dice che i macroelementi servono in base alla
fase vegetativa che si vuole sviluppare.
- Azoto: serve per la vera e propria crescita “verde” della pianta. Aiuta lo sviluppo di foglie e fusti. Non a caso concimi molto azotati vengono impiegati per far crescere tutta la verdura a foglia dalle insalate alle verze.
- Fosforo: serve per la formazione del bocciolo e il mantenimento dei fiori. Solitamente viene impiegato per fortificare i fiori che porteranno i successivi frutti.
- Potassio: in molti casi serve per ingrossare e ad aumentare la qualità organolettica dei frutti.
Funzione dei macroelementi |
I microelementi, pur essendo
assorbiti in quantità minore, sono molto importanti in quanto una
loro diminuzione improvvisa può creare notevoli problemi alla
sopravvivenza della pianta.
Basti sapere che al centro
della molecola della clorofilla (quella da cui nasce il processo di
fotosintesi) c'è un atomo di Magnesio. Uno dei microelementi è protagonista diretto della reazione più importante mai scoperta.
Una carenza di ferro in molti casi genera perdita di colore chiamata clorosi ferrica mentre nel caso di assenza di rame gemme e nuovi germogli possono avvizzire e seccare. Sono solo due esempi che indicano l'importanza di una dieta bilanciata.
Una carenza di ferro in molti casi genera perdita di colore chiamata clorosi ferrica mentre nel caso di assenza di rame gemme e nuovi germogli possono avvizzire e seccare. Sono solo due esempi che indicano l'importanza di una dieta bilanciata.
Clorosi ferrica su fragola |
Come si può garantire una
buona concimazione rispettando la natura e il terreno evitando di
impoverirlo?
Considerando che ogni specie
ha la sua dieta, la cosa più intelligente da fare e quella di non
coltivare per due volte di fila sullo stesso terreno la medesima
specie. Tutta la tecnica di rotazione colturale si basa proprio su
questo punto.
Il secondo aspetto da
considerare è che un terreno è considerato fertile non solo perché
contiene determinate quantità di elementi ma perché presenta una
struttura conforme alla crescita rigogliosa. Per tale ragione è
preferibile usare concimi organici che aumentano e migliorano la
quantità di sostanza organica nel terreno.
Concime organico derivato da scarti domestici |
Stallatico, sovescio,
pollina, humus, uova sbriciolate, foglie in decomposizione/lettiera,
cenere sono solo alcuni dei materiali organici che si possono
interrare nell'orto e che sono in grado di modificarne la struttura.
Generalmente i concimi organici (che nel caso modifichino la
struttura del terreno prendono il nome di ammendanti) sono ad azione
più lenta rispetto ai concimi minerali o chimici ma proprio questa
lentezza d'azione permette loro di restare nel terreno più a lungo
interagendo in modo più delicato con la flora e fauna terricola.
Luogo di raccolta degli scarti per la creazione di humus |
Quello che noi dobbiamo
garantire è la salubrità del terreno in cui tutti gli elementi
siano presenti in giusta misura e che siano distribuiti senza creare
shock o eccessi pericolosi per tutti gli esseri viventi presenti in
orto, in primi i nostri ortaggi.
La filosofia di una buona concimazione |
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