martedì 22 novembre 2016

L'evoluzione continua!

Tanta strada è stata fatta da quando partii con un piccolo blog che non era altro che uno sfogo personale. Si chiamava “Terra Capitale” e scrivevo di quanto fosse importante mantenere e gestire l'ambiente che ci circonda. La Terra vista come nostro vero Capitale non solo e non sempre economico.

Logo del mio primo blog

Da quella prima esperienza alla creazione di terraXchange è stato davvero un attimo.
Un percorso creato grazie a tante persone, tanti momenti di cooperazione, di informazione e di energie.
Il primo portalino versione super-beta creato in casa, metodo “fai da te”. L'affettuosa risposta del pubblico e la decisione di creare qualcosa di più completo, di più grande, di più serio.

Il sito attuale con annunci inseriti

L'interesse mediatico e le favorevoli opinioni del pubblico ci spingevano ad avanzare. Arrivavano in continuo mail di proprietari di terra entusiasti e di futuri orticoltori appassionati speranzosi di trovare un pezzetto di terra.
La terra si evolve, noi con essa.
Il nostro percorso si è sviluppato sempre come una strada tortuosa di montagna. Ripida, faticosa, tortuosa ma in grado di regalarci scorci favolosi e la speranza di raggiungere la vetta nascosta sempre dietro qualche insidiosa curva.
Un lavoro di costante ricalibrazione del tiro, assecondando le esigenze delle persone.
Curve, contro curve e incroci.
Siamo arrivati dunque ad oggi. Punto in cui ci troviamo ad iniziare una nuova strada evolutiva.

Abbiamo deciso di concentrare tutti i nostri sforzi usando strumenti social già esistenti. Abbiamo capito che esistono già strumenti capaci di coadiuvare persone ed energie ai quali possiamo agganciare gli obiettivi di terraXchange.

Da oggi vogliamo render possibili gli scambi di terre incolte anche attraverso il nostro rodato gruppo Facebook.
Ciò sarà possibile grazie alla creazione di annunci.

I proprietari di terre potranno inserire un annuncio per cercare un coltivatore.
Gli orticoltori potranno pubblicare un post per cercare un lembo di terra o un amico con il quale coltivare insieme.

Basterà inserire un annuncio per cercare persone
Si possono creare annunci personalizzati e localizzati

Con più di 800 iscritti al nostro gruppo e quasi 4000 "mi piace" sulla nostra pagina ufficiale è chiaro che i nostri amici e "followers" si trovano quasi tutti su facebook.
E' dunque fondamentale per noi e per l'obiettivo che portiamo avanti usare a fondo questo strumento sociale e di aggregazione per unire più possibile le persone verso il nostro vero obiettivo:

Riqualificare terreni abbandonati tramite la cura, la coltivazione e l'aggregazione.


Se per far ciò bisogna uscire da schemi rigidi e gelosie interne usando strumenti non nostri, useremo ciò che c'è già.
Solo aprendoci sempre più e intercettando sempre più persone riusciremo nel nostro intento.


https://www.facebook.com/groups/terraxchange/?fref=ts
Clicca qui, iscriviti al nostro gruppo e crea il tuo annuncio!

Credo che riqualificare angoli di paesaggio sia davvero un obiettivo raggiungibile e credo che solo raggiungendo il numero più elevato possibile di persone si possano creare le condizioni per le quali più angoli di terra custoditi possano finalmente creare un paesaggio curato.

Grazie a tutti coloro che hanno reso possibile questo progetto e a tutti quelli che lo faranno crescere anche con piccoli gesti.

martedì 8 settembre 2015

I delicati semi

Spesso capita che ci regalino bustine di semi e una volta diligentemente seminati scopriamo con immenso dispiacere che non nasce nulla. Eppure abbiamo usato terriccio di qualità, abbiamo bagnato con regolarità, curato al massimo i nostri semi.
Questo fallimento può dipendere da molti fattori tra i quali la qualità dei semi e le modalità con cui sono stati conservati.
Diffidate da semi che sono passati di mano in mano senza sapere come sono stati conservati e quanto sono vecchi.
Anche i semi hanno una data di scadenza! Su ogni bustina in commercio è indicato obbligatoriamente la data di campagna cioè l'anno in cui sono stati raccolti e imbustati i semi. Qua sotto riportiamo una tabella della capacità germinativa dei principali ortaggi. Passati il numero di anni specifico la capacità germinativa del seme decresce in modo significativo.

Altro aspetto che spesso si sottovaluta è la profondità di semina. Si tende a seminare senza dar troppo peso a questo aspetto che è fondamentale. Quando un seme germoglia emette una prima radichetta che prima di dirigersi verso il basso crea un'ansa che permette poi alle prime foglie di emergere. Se il seme è troppo in profondità ciò non riesce e il debole germoglio morirà prima di riuscire ad uscire dalla terra.
 
ortaggio durata germinativa (anni) profondità di semina (mm)
ANGURIA 4-5 12-20
BASILICO 5 6-10
BIETOLA 3-4 5-10
CAROTA 3 12
CAVOLO 3-4 6-10
CETRIOLO 4-5 12-20
INDIVIE E CICORIE 4-5 10-15
FAGIOLO 2-3 20-30
FAVA 3-4 30-50
LATTUGA 3-4 6-12
FINOCCHIO 2-3 10-15
MELANZANA 3-4 12
MELONE 3-4 12-20
PEPERONE 3-4 10
POMODORO 4 6-8
PISELLO 3-4 20-30
PREZZEMOLO 1-2 6-10
PORRO 2-3 3
RAVANELLO 3-4 10-15
SEDANO 2-3 4-5
SPINACIO 2-3 10-20
ZUCCHINI E ZUCCHE 4-5 20

Naturalmente anche le condizioni climatiche sono fondamentali. Ora abbiamo semi giovani, sani, piantati alla giusta profondità ma dobbiamo comunque non dimenticare che, come le piante, i semi sono molto suscettibili alle condizioni climatiche ed, in primis, alle temperature.
Per una corretta germinazione è necessario tener conto delle temperature dell'ambiente circostante.
Esistono temperature minime e massime sotto e sopra le quali i semi non sono in grado di germinare ed, in alcuni casi, perdono in modo irreversibile questa capacità divenendo sterili.
Allo stesso modo c'è una temperatura ottimale per ogni seme in base alla specie.
La temperatura ottimale è la temperatura media giornaliera in grado di garantire la più veloce germinazione. Più ci si allontana da tale temperatura più il seme farà fatica a germogliare.
Il tempo di germinazione che vedete in tabella è basato nel caso in cui ai semi sia garantita la temperatura ottimale (e l'umidità) che in molti casi non può essere garantita se non in serra.
Per questo, in alcuni casi, il tempo di germinazione che possiamo vedere nel nostro orto non corrisponde a ciò indicato in tabella.

ortaggio temperatura min (°C) temperatura max (°C) temperatura ottimale (°C) tempo di germinazione (giorni)
ANGURIA 15 41 35 6-8
BASILICO 15 - 20-25 5-7
BIETOLA 6 35 29 4-5
CAROTA 6 35 26 4-6
CAVOLO 6 35 26 3-4
CETRIOLO 15 41 35 2-4
INDIVIE E CICORIE 6 - 20-30 4-6
FAGIOLO 15 35 29 5-7
FAVA 4-6 - 25 5
LATTUGA 5 24 20 3-5
FINOCCHIO 7 - 25 8-12
MELANZANA 15 35 29 6-8
MELONE 15 41 35 3-7
PEPERONE 15 35 29 6-8
POMODORO 10 35 29 4-7
PISELLO 4 - 15-20 5-8
PREZZEMOLO 6 35 26 8-10
PORRO 5 - 25 8-10
RAVANELLO 6 35 29 2-3
SEDANO 6 24 21 6-8
SPINACIO 4 24 15-20 2-3
ZUCCHINI E ZUCCHE 15 41 35 4-6

giovedì 3 settembre 2015

Dell'orto non si butta via niente

Una volta i nostri vecchi erano soliti dire che del nobile maiale non si buttava via niente per indicare come ogni singola parte di questo animale venisse utilizzata.
Potremmo fare il medesimo discorso per quanto riguarda l'orto.

Chi coltiva l'orto sa bene che esistono tanti momenti in cui ci si trova in mano “scarti” che non sappiamo dove mettere. Piante ormai morte, tutori usati, frutti che non sono riusciti a maturare e tanto altro ancora. Scarti nobili che l'orticoltore saggio deve e sa utilizzare.

L'orto gestito correttamente non deve avere alcun tipo di scarto. Tutto può essere utilizzato. Tutto fa parte di un ciclo produttivo infinito.

Ecco un elenco dei principali scarti orticoli e di come poterli usare al meglio.
  • Piante morte e scarti vegetali: le orticole hanno tipicamente un ciclo vitale breve. Salvo alcuni casi particolari, le piante non durano che qualche mese prima di arrivare ad inevitabile morte. Quando abbiamo finito di raccogliere e siamo davanti alle piante ormai morte possiamo estirparle delicatamente e gettarle nel mucchio del compost. È importante cercare di estirpare anche le radici in quando potenziale nido di parassiti. Se le piante sono legnose o di notevoli dimensioni (es: pomodori o melanzane) è utile farle a pezzi in modo grossolano prima di gettarle nel compost in modo che si acceleri il processo di degradazione. Il terriccio che si formerà sarà utilissimo per la crescita delle future piantine.


  • Frutti acerbi: spesso capita che talune orticole producano tantissimi frutti che poi non riusciranno a giungere a maturazione (es: pomodori). Gettare via la pianta ancora piena di frutti acerbi è uno spreco. Esistono tante ricette e molte conserve che i nostri avi hanno sperimentato e messo a punto nel corso dei secoli. Oggi internet è un grande mezzo per informarsi e reperire queste utili ricette.
    Pomodori verdi fritti alla fermata del treno... Un film o uno spuntino di metà mattina in attesa del solito treno in ritardo?


  • Semi: troppo spesso i semi di alcuni ortaggi si gettano con troppa leggerezza ignorando che questi organi sono quanto di più prezioso l'orticoltore possa avere tra le mani. I semi sono il futuro del nostro orto. Conservarli può essere piuttosto facile ed è un'esperienza che per molti può essere nuova e didattica. Per conservare i semi è fondamentale lavarli da possibili residui del frutto e asciugarli molto bene con carta assorbente (senza metterli al sole diretto!). Una volta asciutti si possono conservarli in vasi di vetro lasciati aperti in un luogo fresco e asciutto.
    In alcuni casi i semi posso anche diventare un ottimo cibo alternativo (es: zucca) utili per alcune ricette.


  • Tutori, pali e altre attrezzature: in un orto si trovano non solo piante orticole ma anche altro materiale (naturale e non) che usiamo per tante attività differenti. Certamente i pali sono gli elementi che non mancano mai poiché rivestono ruolo fondamentale per tenere erette molte piante che per natura non lo sono. Questi pali possono essere di legno e, in questo caso, se conservati correttamente in luogo asciutto possono durare anni. Alla fine della loro vita utile andranno incontro a inevitabile marcescenza e a questo punto invece che gettarli via possiamo romperli a pezzi e metterli nel compost. Con i pali di plastica/ferro non vi sono problemi essendo quasi eterni. L'unico problema deriva dal loro abbandono in ambiente che non deve mai avvenire. Raccogliete, conservate e, nel caso, differenziate tutto.

  • Vasetti e plateau alveolari: quando acquistiamo nuove piantine da trapiantare nell'orto, inevitabilmente ci si trova per le mani i contenitori nei quali dimoravano gli ortaggi. Cosa farne? Possono essere utilizzati e riutilizzati per più anni per sperimentare la coltivazione partendo da semi. Non gettateli via, possono servire!


domenica 16 agosto 2015

Terreno buono, terreno cattivo?

Spesso ci chiedono come poter valutare la “bontà” di un terreno così su due piedi in modo semplice e immediato.
Ci è parso giusto approfondire il discorso tramite questo breve articolo che vuole fornire le basi affinché chiunque possa valutare almeno in modo approssimativo il terreno che sta osservando.
Elenchiamo quindi tutto ciò che ognuno dovrebbe guardare per poterlo valutare.
Prima di ogni valutazione è necessario dire che non esistono terreni "buoni" o terreni "cattivi" ma ogni tipologia di suolo è adatto ad una coltivazione differente.

Ci sono caratteristiche che si possono verificare senza alcuna azione o particolare competenza ma semplicemente osservando il luogo:

  • Esposizione: verificate sempre l'esposizione e il contesto paesaggistico. Guardate se il terreno è girato a sud, se è protetto da rilievi a nord (che potrebbero proteggere da aria fredda). Osservate bene la disposizione dello spazio. In agricoltura essere rivolti a sud o a nord ha la sua importanza.
  • Acqua: se volete piantare ortaggi o altre coltivazioni con radici poco sviluppate dovrete necessariamente bagnarle in estate. Ciò significa che dovrete verificare se c'è disponibilità d'acqua in loco.
  • Pendenza: valutate le pendenze, la conformazione del terreno e gli eventuali terrazzamenti. Nel caso il terreno sia su più livelli badate che si possano raggiungere con le attrezzature necessarie alla coltivazione.
  • Accesso: ricordatevi che potrebbe capitare di avere attrezzature da caricare/scaricare dalla vostra auto. Il terreno dovrà avere accesso per il vostro veicolo o, in ogni caso, un luogo vicino dove poter parcheggiare comodamente.
  • Presenze di ombre dominanti: ci potrebbero essere ostacoli (edifici, piante, montagne, ecc...) che impediscono alla luce di raggiungere porzioni di terreno anche rilevanti.
I palazzi possono creare ombre dominanti
Terreno su più livelli trasformato a orto

Altre caratteristiche si notano avendo un minimo di esperienza e facendovi aiutare dalle erbe spontanee presenti:

  • Ristagni idrici: si possono notare dopo una pioggia zone allagate o in cui siano presenti piante come rovi, cannette, code di gatto. Queste zone non sono coltivabili salvo lavori di bonifica a volte complicati.
  • Rocce affioranti: osservate accuratamente poiché in molti terreni può capitare che la roccia madre affiori in uno o più punti. Se vedete macchie in cui l'erba è bassa e tipicamente tappezzante potrebbe essere il segno che la roccia sia a pochi centimetri dalla superficie.
  • Eccesso di azoto (nitrificazione): se ci sono zone in cui abbondano ortiche e romici potreste essere su un terreno fortemente azotato. Probabilmente ciò deriva da concimazioni spinte, vecchie zone di pascolo/stabulazione animali o, peggio, scarico di reflui.
  • Suolo compatto/argilloso: se il terreno è stato compattato (passaggio continuo di mezzi) sul terreno compaiono piante erbacee tipiche come le piantaggini che adorano terreni compatti.
Le romici indicano un terreno ricco in azoto

Terreno con numerose rocce affioranti
Dopo queste valutazioni estetiche esteriori è ora di sporcarsi le mani e, facendo piccoli buchi, valutare la terra al di sotto del cotico erboso:

  • Presenza di ghiaia: potete stimare una percentuale di ghiaia sul totale di terreno mosso. Un terreno troppo sassoso modifica la coltura ottimale da impiantare.
  • Presenza di sostanza organica: la potete valutare facilmente tramite il colore del terreno. Più il marrone tende al nero più il terreno è ricco in sostanza organica.
  • Presenza di calcare: prendete un cucchiaino di terra (possibilmente setacciata e asciutta) e versategli sopra qualche goccia di acido (acido cloridrico) se vedete della schiuma il campione è ricco in calcare e quindi il terreno potrebbe essere alcalino.
  • Presenza di ferro: il terreno tende al rossiccio.
  • Ph del suolo: prendete un campione setacciato del terreno, lo lasciate asciugare bene e poi lo diluite in acqua distillata (l'acqua usata per i ferri da stiro ma non profumata). Girate bene e poi inserite una cartina tornasole (acquistabile anche via internet a costi irrisori). Se il colore della cartina vira al rosso il terreno è acido, se vira verso il blu il terreno è alcalino.
Forte presenza di sostanza organica
Terreno fortemente ghiaioso

Già con queste semplici e veloci osservazioni potrete avere un'idea più chiara del terreno che avete di fronte e che state osservando. Basta poco per decidere quale terreno usare e come utilizzarlo al meglio nel rispetto della natura e assecondando ciò che il luogo ci offre.

martedì 4 agosto 2015

Acqua sì, acqua no, acqua come?

Ecco un'altra ondata di caldo africana in arrivo. Temperature in salita e afa insostenibile mettono a dura prova le nostre piante costrette per natura a star ferme al sole.
L'acqua, l'elemento principe, così fondamentale per gli ortaggi rischia di essere il fattore di rischio per via della sua scarsità, della grande evaporazione e traspirazione dovuta proprio all'irraggiamento solare.


Questo breve post ha l'obiettivo di spiegare come usare questo bene fondamentale ottenendo la massima resa e diminuendo lo spreco.

Come non sprecare l'acqua?
Per capire come non sprecare acqua bisogna anzitutto dire che in un mondo perfetto si ha la massima resa quando ogni goccia d'acqua viene assorbita da ogni pelo radicale di ogni radice. In questo caso non si ha perdita d'acqua e quindi massima resa.
Purtroppo questa condizione non si raggiunge mai ma si può comunque cercare di raggiungerla.

  1. Localizzare l'irrigazione: piuttosto che bagnare a pioggia dall'alto si può optare per un'irrigazione più localizzata solo dove serve con tubi gocciolanti o con ugelli a micro-spruzzo posizionati solo dove serve. Questo ottimizza parecchio l'irrigazione in quanto la goccia cade nel terreno e viene subito trattenuta cosa che irrigando dall'alto non avviene. Una gran quantità d'acqua evapora ben prima di riuscire a penetrare nel terreno.

    Irrigazione con tubo gocciolante

  2. L'ora è importante: mai bagnare in pieno giorno onde evitare sia pericolosi shock termici alla pianta sia perché durante il giorno l'evaporazione è maggiore. È preferibile bagnare al mattino in quanto si crea la riserva d'acqua necessaria alle piante per l'intera giornata. Scegliere di bagnare di sera evita l'evaporazione ma si rischia di inzuppare il terreno nel periodo nel quale le piante non ne hanno bisogno. Di notte le piante rallentano e modificano il proprio metabolismo.
  3. Coprire il terreno: lasciare il terreno pulito e nudo senza alcuna copertura aumenta l'evaporazione e rischia di polverizzare il primo strato di terreno quello nel quale (specie per le varietà orticole) si concentrano le radici. Pacciamate gente, pacciamate!

    Pacciamatura di paglia

  4. Evitare di far seccare il terreno: bagnate con regolarità il suolo evitando di giocarvi le riserve di umidità. Quando il terreno secca completamente ricostituire le riserve non è semplice e si rischia che irrigando nuovamente l'acqua scivoli via senza penetrare. 

    Terreno troppo secco

  5. Mai eccedere in quantità: inutile bagnare inondando le nostre coltivazioni. Le piante hanno una velocità massima di assorbimento oltre la quale non accettano più acqua. Ciò vuol dire che buttando litri d'acqua gran parte la stiamo perdendo in profondità.

    C'è chi esagera!

    Seguendo queste 5 semplici regole del buon senso non solo avrete ortaggi buoni, sani e belli ma contribuirete a risparmiare acqua preziosa in questi periodi nei quali questo bene fondamentale diviene ancora più importante.